mercoledì 17 aprile 2013

Grillo mette al muro Bersani: "Vota la Gabanelli al Colle e possiamo riparlare di tutto"

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Beppe Grillo torna a corteggiare Pier Luigi Bersani. Lo fa a modo suo. Beppe si diverte a provocare il segretario del Pd e lo mette quasi sempre con le spalle al muro. Questa volta gli giura fedeltà a patto che Bersani dica ai suoi di votare la giornalista di Report al Quirinale. "La rete ha espresso un miracolo: Milena Gabanelli al Quirinale. E io volevo dare un consiglio a Bersani: voti la Gabanelli. Sarebbe un grande segnale. Potrebbe diventare con la Gabanelli la repubblica delle manette? Eh, non sarebbe mica male. Provi a votarla e cominciamo da lì. Poi ci sono i rimborsi elettorali e la legge elettorale e la corruzione. Così potremmo trovare una convergenza", afferma Grillo in rigorosissima diretta streaming su LaCosa. E dal palco di Sequals aggiunge all'indirizzo di Bersani: "Volete il cambiamento? Votate Gabanelli. Non ti prendo neanche più per il culo, non ti chiamo neanche più Gargamella. Siamo a disposizione per cambiare".

Lo scambio impossibile - Il leader del Movimento Cinque Stelle chiede un voto per la Gabanelli presidente in cambio di un improbabile accordo di governo. In mattinata dal palco di Zoppola, Beppe aveva aspramente criticato i democratici per aver accettato di incassare i rimborsi elettorali: "Potevamo fare un governo insieme ma il Pd ha preferito prendersi i 48 milioni di rimborsi". Ora arriva l'apertura con Gabanelli for president. "La Gabanelli è una che non ha mai fatto inciuci con Berlusconi. Un miracolo oggi. La sua elezione sarebbe un grande segnale". Bersani ormai è sempre più stretto tra le impossibili richieste dei Cinque Stelle e le frecciate di Matteo Renzi che vuole prendersi il Pd. Sono ore di grande confusione per il segretario. Nulla di nuovo. Essere confuso è la sua specialità.

Si scrive Milena, si legge Romano - Nel dubbio, per ora il Pd chiude timidamente la porta a Grillo. "Massimo rispetto per la Gabanelli, ma per noi vale il metodo dei due terzi. Se ognuno arriva con la sua bandierina dalle prime votazioni, una intesa è impossibile". E allora, se la Gabanelli è un "candidato di bandiera", su chi potrebbe esserci l'intesa? Di sicuro non su Giuliano Amato ("Loro parlano del cassiere di Craxi - ha replicato Grillo -. Se vogliono Amato si stanno suicidando"). Mentre occhio a Stefano Rodotà: "E' un altro nome che deve essere votato. Se loro (il Pd, ndr) diranno sì o no non lo sappiamo, ma questo è un altro voto spendibile". Dunque, se come sembra Gabanelli e il secondo classificato delle Quirinarie dovessero declinare l'offerta grillina, ecco che il terzo in graduatoria Rodotà potrebbe essere un candidato forte (tanto che la dem Alessandra Moretti ha ammiccato: "Su personalità come Rodotà o Cassese possiamo discutere e trovare una convergenza"). Ma c'è chi sussurra che in realtà quella della consultazione online del M5S sia una foglia di fico per coprire quanto potrà accadere in aula, magari dopo la terza votazione. E se il nome di Romano Prodi inzierà a girare tra i foglietti in Parlamento, allora l'inciucio (anche affidato a singoli "volenterosi") tra Pd e Movimento potrebbe essere realtà. (I.S.)

Mi sa che mi sono perso qualcosa, il M5S dovrebbe essere almeno equidistante da sinistra e destra, visto che i casini li hanno fatti tutti, ma probabilmente ho capito male .....qui tutti a strizzare l'occhio e forse più dell'occhio a sinistra che più a sinistra non si può, prima Grasso (ex uomo di Berlusconi diventato improvvisamente digeribile perché presentato dal PD), poi qualche parlamentare 5 stelle vuole inciuciare col PD, ORA in 48.000 votanti appena si vuole proporre una giornalista sfacciatamente di fede PIDDINA, (mai una volta che volgesse il suo candido sguardo alle porcate dei compagnucci) (MA molto brava a distruggere IDV prima delle elezioni con informazioni fazione, tendenziose, e comunque già di pubblico dominio, ma che dette dalla Gabanelli sono diventate oro colato) come candidato a presidente della Repubblica.
Anche il M5S è uguale ai partiti che tanto ha esecrato. "Mai inciuci con gli attuali partiti!" Si vede! "Votate il nostro candidato e ci metteremo d'accordo". FALSI E BUGIARDI!
Il risultato, cari fans della Mitica Gabanelli sarà la fuga a gambe levate di quelle persone, tendenzialmente diciamo moderate e ex votanti di centrodestra che avevano riposto grandi aspettative nel Movimento ma spaventate da questa virata marcatamente SINISTRORSA ......e dove pensate che vadano questi preziosi consensi ???
Visto che comunque si rivota presto .....Silviuccio si sta già fregando le mani ......meditatiamo prima di fare altre fregnacce, se uno voleva il PD, poteva votarselo da solo e non per interposta persona del movimento ..........o no?

martedì 16 aprile 2013

I 33 parlamentari con doppi, tripli e quadrupli incarichi in barba alla Costituzione.

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-   da Cado in piedi   
Come riporta Giuliana Grimaldi su Tgcom, questo è il quadro del Parlamento in italia. Sono 33 i parlamentari italiani seduti non su una "poltrona", ma su un vero e proprio divano: a due, tre, addirittura quattro posti se tante sono le cariche che sono riusciti a cumulare. L'uomo dei record nel sommare incarichi elettivi è al momento Domenico De Siano: 55 anni, campano, politico di lungo corso, è attualmente senatore del PdL, consigliere regionale, consigliere provinciale a Napoli e consigliere comunale di Lacco Ameno, comune sull'isola di Ischia di cui è già stato sindaco.

Per i 15 che siedono a Palazzo Madama c'è la possibilità di fare "outing", vale a dire uscire allo scoperto e indicare quale incarico si preferisce tenere, ma entro martedì 16 aprile. Alla Camera invece, il processo agli "incompatibili" non partirà visto che l'organo che deve vigilare non è stato ancora formato.

La Costituzione recita al comma II dell'articolo 122 prevede: "Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale o a una Camera del Parlamento, a un altro Consiglio o a un altra Giunta regionale, ovvero al Parlamento europeo". Con il decreto legge numero 138 del 2011 al numero di cariche incompatibili con quella di parlamentare si sono aggiunte anche quelle di presidente di provincia e di sindaco di comuni con più di 5.000 abitanti.

Chi sono gli "incompatibili" al Senato - I senatori che dovrebbero rinunciare a una carica sono: Mario Mantovani, vicepresidente regione Lombardia; Massimo Garavaglia, assessore regione Lombardia; Piero Aiello, assessore Regione Calabria; Giovanni Bilardi, consigliere regione Calabria; Antonio Stafano Caridi, consigliere regione Calabria; Massimo Cassano, assessore regione Puglia; Federica Chiavaroli, consigliere regione Abruzzo; Giuseppe Cucca, consigliere regione Sardegna; Domenico De Siano, consigliere regione Campania; Pietro Iurlaro, consigliere regione Puglia; Eva Longo, consigliere regione Campania; Francesco Scoma, consigliere regione Sicilia; Dario Stefano, assessore regione Puglia; Lucio Tarquinio, consigliere regione Puglia; Luciano Uras, consigliere regione Sardegna.

Chi sono gli "incompatibili" alla Camera -I deputati che dovrebbero rinunciare a una carica sono: Giovanni Fava, assessore regione Lombardia; Ferdinando Aiello, consigliere regione Calabria; Roberto Capelli, consigliere regione Sardegna; Bruno Censore, consigliere regione Calabria; Gianfranco Chiarelli, consigliere regione Puglia; Antonio Decaro, consigliere regione Puglia; Umberto Del Basso De Caro, consigliere regione Campania; Giuseppe De Mita, vicepresidente regione Campania; Vincenzo Folino, consigliere regione Basilicata; Roberto Marti, consigliere regione Puglia; Toni Matarrelli, consigliere regione Puglia; Mauro Ottobre, consigliere regione Trentino A.A.; Rocco Palese, consigliere regione Puglia; Michele Pelillo, assessore regione Puglia; Marcello Taglialatela, assessore regione Campania; Pierpaolo Vargiu, consigliere regione Sardegna.

Chi deve scegliere tra Roma e Bruxelles - Il "saggio" Mauro Mario, deputato europeo, dovrà scegliere se tenere il ruolo comunitario oppure restare nella Capitale come senatore. Stesso dilemma per l'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini.

Chi ha già rinunciato - Il governatore piemontese Roberto Cota ha optato per la carica regionale, così come il governatore pugliese Nichi Vendola che il 10 aprile ha comunicato: "Resterò a Bari"
 
Alla faccia della Costituzione!

sabato 2 marzo 2013

Gli sprechi regione per regione

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Autore: Totem On
Un recente dossier diffuso dalla Corte dei Conti ricostruisce la mappa degli sprechi nelle varie regioni, individuando tanti casi eclatanti che, considerati assieme, costano ai cittadini quasi trecento milioni di euro. Frodi, abusi, corruzione, speculazioni, incauti investimenti nella finanza dei derivati e gestione disinvolta della cosa pubblica, distribuiti da nord a sud del Paese. Il giro d'Italia del malgoverno passa dalle opere fantasma in Friuli Venezia Giulia e Molise al clientelismo nella ricostruzione dell'Abruzzo dopo il terremoto del 2009, dalle malversazioni nella gestione dell'eterna emergenza rifiuti in Campania al giro di mazzette nelle camere mortuarie degli ospedali di Milano, fino agli sprechi nella sanità diffusi un po' ovunque. Buco dopo buco, scopriamo dove finiscono i soldi degli italiani.

Gli sprechi della casta non conoscono confini, almeno tra le regioni italiane. Dai presunti rimborsi illeciti costati tra 500 mila e 1 milione di euro alla Provincia autonoma di Bolzano, ai 50 milioni distribuiti “a pioggia” tra il 2000 e il 2008 dal Comune di Firenze come premi al personale. In Umbria la Corte dei Conti ha ricordato le istruttorie riguardanti i costi della politica, con danni derivanti da rimborsi gonfiati, da usi impropri di auto di servizio, da sospetti viaggi istituzionali in Sud America. Un sindaco è finito sotto processo per una serie di reati tra i quali "l’aver stabilmente piegato lo svolgimento delle pubbliche funzioni al perseguimento di interessi privati consistenti in vantaggi politico/elettorali, mantenimento delle posizioni di potere e/o sviluppo della carriera, vantaggi economici per se stesso e per soggetti legati da vincoli di vicinanza politica, amicizia e, per lo stesso Sindaco, altresì da vincoli sentimentali". I danni in Umbria arrivano anche dall'amministrazione dello Stato: quasi 13 milioni di euro sono andati in polvere insieme all'esplosione di una riserva di munizioni nello Stabilimento Militare di Baiano di Spoleto. L'esplosione ha proiettato un consistente numero di ordigni anche nell'area circostante danneggiando edifici civili e disseminando ordigni inesplosi, con conseguente creazione di una "delicata situazione di pericolo per gli abitanti".

A un amico non si può dire no. Sembra questo uno dei principi cardine di molti amministratori in giro per l'Italia, che non mancano di distribuire favori con i soldi dei cittadini in cambio di benefici tutti privati. Il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, ha sottolineato come la corruzione abbia ormai assunto una "natura sistemica", che oltre al buon andamento, al prestigio e alla dovuta imparzialità della Pubblica Amministrazione, pregiudica anche l'economia della nazione. Alcuni casi sono forse poco gravosi ma molto significativi, come le contravvenzioni stradali legittimamente elevate in Abruzzo e mai riscosse sulla base, si ipotizza, di amicizie personali di amministratori e dipendenti di polizia. In Molise aree pubbliche vengono concesse a privati per la realizzazione di parchi eolici con una procedura selettiva che la Corte giudica ""anomala e del tutto informale". Altri casi pesano come macigni sulle casse erariali, come i circa 43 milioni di euro sprecati per l’attività di bonifica di siti inquinati e di stoccaggio dei relativi rifiuti nel litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano, in Campania.

Un capitolo a parte meritano i contratti di consulenza esterna per ottenere apporti di competenze magari già disponibili tra i funzionari pubblici, e invece pagati a peso d'oro. La Regione Piemonte per progettare il palazzo destinato agli uffici istituzionali e amministrativi ha assegnato un appalto alla società presieduta dal famoso architetto Massimiliano Fuksas, con costi sostenuti pari ad oltre 22 milioni di euro. La Corte dei Conti denuncia le consulenze "inutili" della Provincia di Napoli, con un danno di un milione e mezzo di euro, e di tanti altri Enti Locali. In Sicilia sotto osservazione sono i conferimenti di incarichi a soggetti privi di requisiti o tramite procedure illecite: a Palermo il servizio di vigilanza nei mercatini cittadini è stato affidato a sette società che avevano presentato un unico progetto "fotocopia". A Genova consulenze milionarie hanno preso la strada del trasporto pubblico cittadino, con conseguenze sui bilanci del Comune e sui biglietti degli autobus. L'ingresso in Amt della società francese Transdev è costato, a giudizio della Procura regionale, un supplemento di oltre 10 milioni di euro + Iva spalmato in sei anni di consulenze continuative, per ottenere un know-how "assolutamente indeterminato e pienamente identificabile con i tipici compiti della direzione aziendale".

Ogni opera pubblica, in Italia, sembra condannata a realizzarsi con un buco, dal quale fuoriescono indebitamente milioni di euro a carico dei cittadini. A Venezia la Corte dei Conti segnala un danno erariale di quasi 3 milioni e mezzo di euro riconducibile alla progettazione, realizzazione e manutenzione del Ponte della Costituzione , firmato dall’archistar Santiago Calatrava, con un incremento dei costi finali pari quasi al 75% rispetto al progetto preliminare e una dilatazione dei tempi di realizzazione da 456 a 2052 giorni. E con il risultato finale di un attraversamento scivoloso che ha già colpito numerose vittime, con conseguente pagamento di risarcimenti. Poco inferiore il danno erariale dovuto all'acquisto a prezzo ipervalutato di un palazzo dell'Inail, poi rimasto parzialmente inutilizzato, a Casalecchio di Reno, in Emilia Romagna: 3 milioni e 300 mila euro se ne vanno a seguito del sovraprezzo e del sovra-dimensionamento dell’immobile. A Genova un parcheggio interrato su più piani è stato progettato e messo in cantiere all'interno di un parco urbano del Comune – il Giardino dell'Acquasola – sottoposto a vincolo storico-paesaggistico. Dopo aver interrotto la fruizione del parco per anni e abbattuto alberi secolari, l'area è stata posta sotto sequestro e vari amministratori e funzionari dovranno rispondere di danni patrimoniali, ambientali, da disservizi e al bene culturale.

Gli sprechi, in Italia, prendono spesso la forma delle opere incompiute, avviate con grandi sperperi di denaro pubblico e mai consegnate ai cittadini. Molte opere "fantasma" sono di tali dimensioni da saltare subito all'occhio dell'opinione pubblica, fomentando la sfiducia nelle istituzioni. Altre volte le perdite per le casse pubbliche derivanti dai singoli casi sono di minor entità e sfuggono all'attenzione della stampa, ma se sommate lungo tutta la regione per regione raggiungono cifre da capogiro. Se in Friuli-Venezia Giulia si spendono 600 mila euro per allestire un museo multimediale a Trieste senza vederlo poi realizzato, in Sardegna si acquistano imbarcazioni, di cui una di grosso cabotaggio, per lasciarle poi ormeggiate e inutilizzate per diversi anni, non essendo stato preventivamente programmato il loro possibile impiego e mancando il personale specializzato per condurle. Anche il piccolo Molise ha i suoi grandi sperperi: oltre 6 milioni di euro è il costo sostenuto per un collegamento marittimo tra il porto di Termoli e la Croazia che non è mai salpato, a causa dello scioglimento della società mista pubblico-privato creata ad hoc, ma senza alcuna procedura di gara.


ABOLIAMOLE! Pensate a quanti miliardi di euro risparmati con la loro abolizione, senza contare gli sprechi le mazzette e la pappatoria dei vari politici arroccati nelle Regioni. Altro che rimborso ed abolizione dell'IMU!
 
Per non parlare poi del dimezzamento delle Provincie e dell'accorpamento dei comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti!
 
Nel totale, compresa la riduzione/abolizione delle spese politiche, sarebbe il dimezzamento del debito pubblico in una anno!
 
Grillo, che ne pensi? Di tutto ciò non ne hai mai parlato, pensaci!

sabato 16 febbraio 2013

Finmeccanica, l’India annulla la commessa degli elicotteri. E la Francia ne trae vantaggio.

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di Andrea Indini.

Lo stop della commessa è un’opportunità per le aziende francesi. Mentre i pm affondano Finmeccanica, Hollande vola dal premier Singh. E firma nuovi contratti.

“Quando la praticano gli americani si chiama lobby; quando la fanno gli altri, diventa corruzione”. In una intervista alla Stampa jagdish bhaqgwati, professore alla Columbia University di New York e studioso del Council on Foreign Relations, spiega chiaramente come il modus operandi, portato avanti anche da Finmeccanica in India, sia la prassi nei mercati internazionali.

Non sono, però, d’accordo i pm italiani la cui crociata giustizialista contro una delle nostre eccellenze sta mandando in fumo migliaia di posti di lavoro aggravando pesantemente la crisi economica.

Il risultato immediato è un assist al presidente franceseFrancois Hollande che è subito volato a Nuova Delhi per sfruttare lo stallo italiano.Il presunto scandalo, che ha portato all’arresto dell’amministratore delegato Giuseppe Orsi, rischia di arrecare pregiudizi pesantissimo nei confronti del colosso italiano fino a perdere i vecchi contratti già firmati e minare l’aggiudicazione di nuove commesse. L’India ha già avviato l’annullamento dell’ordine degli elicotteri AugustaWestland sottoscritta nel 2010. Secondo quanto riporta il Times of India, il ministero della Difesa indiano avrebbe già inviato alla divisione britannica di Finmeccanica un avviso per concedere una settimana di tempo per addurre ragioni valide per non annullare il contratto. E, mentre il governo di Nuova Delhi dà il ben servito all’Italia, Hollande corre dal premier Manmohan Singh per banchettare sulla debolezza di Finmeccanica. “C’è stato un positivo passaggio dai rapporti commerciali allo sviluppo e alla produzione congiunta di avanzati sistemi di difesa in India, che espanderà la nostra la nostra partnership strategica India-Francia”, ha assicurato Singh al termine di un lungo incontro con Hollande che, sfruttando lo stallo italiano, si è portato al suo seguito un folto stuolo di aziende d’oltralpe. Come riporta Milano Finanza, nella missione indiana di Hollande erano infatti presenti i manager di Eurocopter ingolositi dal vuoto che verrebbe a crearsi nel campo della difesa con Finmeccanica fuori gioco. Non è, infatti, un mistero il fatto che l’incontro tra Hollande e Singh abbia già fruttato alla Francia un contratto da circa 4 miliardi di euro per lo sviluppo congiunto di un sistema di difesa anti missile a corto raggio. Il primo inquilino dell’Eliseo non intende fermarsi qui. Si tratta, infatti, per sottoscrivere nuove commesse per il caccia Mirage 2000 e il sottomarino Scorpene.“Non stupisce che nella folta delegazione a seguito di monsieur le président si trovino anche esponenti di Thales, Ariane-Space, Eads e Dessault – si legge su MF - questi ultimi, esattamente un anno fa, hanno soffiato al gruppo di piazza Monte Grappa la maxi commessa da 10 miliardi per la fornitura di 120 caccia all’aviazione indiana”.
Nel frattempo, in Italia, la magistratura continua a bastonare duramente Finmeccanica. Mentre il governo indiano bloccava i pagamenti sui rimanenti elicotteri non ancora consegnati dal gruppo, Orsi è stato interrogato nel carcere di Busto Arsizio dal gip di Busto Arsizio, Luca Labianca. Durante l’interrogatorio l’ad di Finmeccanica ha consegnato la lettera di dimissioni dall’incarico di presidente. Una decisione dettata dalla speranza di riuscire a “rasserenare il clima che si è venuto a creare in conseguenza delle indagini”. Clima che, purtroppo, la magistratura continua a infuocare.

Lo sport preferito dai magistrati italiani: il masochismo.
Non sono a favore delle "mazzette", ci mancherebbe altro, ma neppure all'azione giustizialista al limite del masochismo della magistratura in questa occasione. 
D’altra parte, dopo la debolezza palesata dal governo italiano sulla vicenda Marò, l’India ha capito di poter fare la voce grossa nei nostri confronti ed attuare il diktat "di concedere una settimana di tempo per addurre ragioni per loro valide per non annullare il contratto". Certo, tenersi la mazzetta italiana e rimediare anche quella francese fa molto comodo agli indiani!

Appare in ogni caso scontato come l’ennesima indagine della magistratura su Finmeccanica provochi evidenti danni all’azienda, ma ciò che stupisce maggiormente è l’arresto stesso di Orsi. Un fatto assurdo, in quanto è noto che tutte le imprese che operano su contratti importanti all’estero debbano pagare tangenti per avere le commesse. Se è vero, com’è vero, che in ambiente internazionale le tangenti le versano tutti, la priorità diventa quella di difendere il lavoro e il know-how italiano.
Dove sta quindi l’illegalità o il reato nel difendere la propria impresa?

mercoledì 30 gennaio 2013

I numeri parlano chiaro: pronto il governo Monti-Bersani-Vendola. Ma nessuno osa dirlo ai propri elettori

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Da I segreti della Casta

L'ultimo sondaggio in ordine di tempo è quello di Tecnè, commissionato dal canale televisivo Sky.
Con quella porcata di legge elettorale in vigore (architettata nel 2005 dall'allora ministro leghista per la "complicazione istituzionale" Roberto Calderoli per impedire esplicitamente una maggioranza al centro-sinistra), è riuscita a far crollare il governo Prodi che verrà eletto con una maggioranza risicata allora e riuscirà anche ad impedire a Bersani di ottenere una maggioranza al Senato nel prossimo parlamento.
La vergogna è tutta qui. come una vergogna è stato l'atteggiamento del PD che sia all'epoca del governo Prodi ma anche durante il governo Monti ha affossato qualsiasi tentativo di riforma elettorale.
Avranno pensato i vertici del Partito Democratico che in fin dei conti avere il 55% dei deputati con appena il 30% dei voti era una gran bella cosa, alla faccia della democrazia.
L'unica controindicazione? Imbarcare anche Monti, affidandogli qualche ministero pesante - come ad esempio quello dell'Economia - per continuare quella presunta opera di risanamento dei conti pubblici che altro non è che il continuo dissanguamento della stragrande maggioranza dei cittadini per ingrassare le già grasse tasche dei loro amici banchieri, come dimostra il caso Monte Paschi.
Lo schema è questo, con l'unica controindicazione di tacere sugli accordi presi fino al giorno delle elezioni, in modo che ciascuno possa rastrellare a man bassa i voti dei loro rispettivi elettori, senza mostrare il volto dell'opportunismo che contraddistingue questa operazione politica.
Monti da una parte attacca Vendola, Vendola dall'altra attacca Monti malgrado entrambi sanno già che dovranno sopportarsi a vicenda: il sinistrato presidente della Puglia è evidentemente quello in maggior difficoltà.
Il regolamento da lui sottoscritto prevede che dovrà obbedire ciecamente al volere di Bersani (ogni provvedimento verrà votato a maggioranza nelle riunioni congiunte dei gruppi parlamentari, dove SEl conterà meno del 10% a fronte del 90% del PD).
Ormai la sua creatura politica - SEL - si dissangua ogni giorno di più e ormai viaggia intorno al 3%: per lui non resta altro che un ministero di second'ordine come Ambiente o Cultura dove potrà "esprimersi" liberamente, senza disturbare i manovratore.
Intanto però guai a dirlo in giro: Monti con Vendola? Vendola con Monti? Mai e poi Mai, continuano a ripetere ossessivamente ai propri elettori.
Dopo il 25 febbraio 2013 ne riparliamo....
 
Già, ne riparleremo...

sabato 22 dicembre 2012

Monti si è dimesso, il Colle avvia le consultazioni

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Mario Monti si è presentato al Quirinale per formalizzare le dimissioni già annunciate l'8 dicembre
Mario Monti ha lasciato l'incarico. Come aveva annunciato la sera dell'8 dicembre, al termine di un'analoga visita al Quirinale, il capo del governo ha rassegnato nelle mani del presidente della Repubblica le proprie «irrevocabili dimissioni», confermando la disponibilità a restare in carica «per il disbrigo degli affari correnti». Napolitano - si legge in una nota del Colle - «ha preso atto delle dimissioni» e già dalla giornata odierna «consulterà i presidenti dei gruppi parlamentari».

Finalmente! Monti e la sua corte di incompetenti a casa!
Promesse di Monti: rigore, giustizia, equità, crescita.
Risultato: TASSE, TASSE E SOLO TASSE!!
Niente rigore, i politici hanno continuato a rubare, le spese pubbliche sono aumentate, la giustizia languiva e langue, l'equità non ne parliamo, hanno pagato solo i soliti noti ma le sceneggiate della G.d.F. sulla lotta all'evasione non sono mancate, crescita: stiamo al 3 % sotto zero!

mercoledì 21 novembre 2012

Election day sì o no?

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Election day il 10 marzo: divide la scelta di un solo appuntamento per regionali e politiche, divide anche la possibilità di risparmiare decine di milioni di euro per tenere la consultazione elettorale lo stesso giorno per Lombardia, Lazio e Molise e per Camera e Senato.Di cosa stanno discutendo in questo momento i partiti?
La questione è tutta di opportunità politica e vede il Pdl schierato per l'election day e il Pd contrario. Al di là dei distinguo, va segnalato che le posizioni erano diametralmente opposte nel 2010, quando le urne furono aperte per il rinnovo di 15 regioni (tra cui Lombardia e Lazio) e per i quattro referendum su nucleare, privatizzazione dell'acqua (due quesiti) e lodo Alfano. Quella volta, tuttavia, si andò al voto in due occasioni diverse (a marzo e a metà giugno). Al governo c'erano Pdl e Lega, ma la polemica che si innescò fu simile a quella di questi giorni, ma a parti invertite. Con il centrodestra contrario all'accorpamento e il centrosinistra favorevole.

Che cosa c'era (e c'è) in palio?
Tutto ruotava attorno alla possibilità di risparmiare 300 milioni di euro votando in un solo giorno. Ma così non avvenne. Oggi invece si discute se risparmiare o meno una cifra complessivamente inferiore: 100 milioni di euro. Circa 50 milioni risparmiati con il voto contemporaneo per politiche e regionali in Lombardia (10 milioni di abitanti), circa 30 milioni di spesa extra non dovuta in caso di contemporaneità delle urne tra politiche e regionali in Lazio (5,8 milioni di abitanti). Dati ufficiali non ce ne sono e i conteggi vanno a spanne. E la stima più attendibile, contando anche il Molise, viene arrotondata per eccesso al numero perfetto.
Quanto si risparmierebbe non andando a votare a febbraio per scegliere i governatori e ad aprile per eleggere il nuovo governo?I 100 milioni che non uscirebbero dalle casse dello Stato riguarderebbero la mera organizzazione di una seconda consultazione elettorale distinta, mentre nelle spese extra rientrerebbero i costi duplicati per materiale, onorari e altre uscite legate agli appuntamenti con il voto. Soldi che in tempi di crisi, sottolineano i sostenitori dell'election day, potrebbero essere risparmiati e usati altrimenti.

Votando in un solo giorno si risparmiano 300 milioni di euro. Perfetto!
Ma se prima di votare si eliminassero Senato, Regioni e Province, si accorpassoero i piccoli comuni, si dimezzassero i deputati, si eliminassero i loro privilegi (vitalizi, scorte, finanziamento pubblico ai partiti, ecc.) e si eliminasse il Presidente della Repubblica unendo la sua carica con quella del Presidente del Consiglio, quanti miliardi di euro si risparmierebbero?

Allora non ci prendete per i fondelli con i risparmi da farsa!

lunedì 15 ottobre 2012

Pakistan, Malala in viaggio verso Regno Unito per cure

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Islamabad (Pakistan), 15 ott. (LaPresse/AP) - L'attivista pakistana 14enne Malala Yousufzai è in viaggio verso il Regno Unito sull'aeroambulanza fornita dagli Emirati arabi uniti. È stata ferita il 9 ottobre a colpi d'arma da fuoco dai talebani che volevano punirla per il suo attivismo a favore dell'istruzione delle bambine. I medici pakistani hanno deciso di trasferirla perché sia curata in un centro medico "che abbia la capacità di fornire cure integrate alla bambina, che ha riportato gravi ferite", riferisce una nota dell'esercito.
La decisione di trasferire la ragazza all'estero, spiega l'esercito, è stata presa di concerto con la famiglia. A pagare le cure sarà il governo di Islamabad. Malala, colpita alla testa, dovrà riprendersi dalle ferite e poi necessiterà di una intensa "riabilitazione neurologica", spiegano le autorità.
Ieri, intanto, in Pakistan ci sono state nuove manifestazioni in suo sostegno. A Karachi in particolare si è tenuta la più grande da quando è stata ferita, organizzata dal partito Movimento Muttahida Qaumi, il cui capo Altaf Hussain ha criticato i partiti islamici, ma anche gli altri, per non aver organizzato dimostrazioni contro l'attacco.
La giovane era diventata famosa nel 2009 all'età di 11 anni, per aver tenuto un blog sul sito in lingua locale della Bbc in cui denunciava gli attacchi dei fondamentalisti islamici pakistani contro le ragazze e gli istituti scolastici femminili, per impedire loro di studiare ed emanciparsi. All'interno del suo diario virtuale, Malala testimoniava la crudeltà dei talebani e le violenze attraverso cui mantengono il potere, terrorizzando le popolazioni locali. La frontiera nord-occidentale è considerata una roccaforte dei talebani, tanto che in alcune aree vigono la Shariah e le Corti islamiche, chiamate a giudicare controversie, oltre che comportamenti e regole di morale.
    
Questi sono la maggior parte degli islamici. I talebani sono delle bestie (chiedo scusa alle bestie se le metto a livello dei talebani) ignoranti meschini e vigliacchi che se la prendono con i bambini e che usano come kamikaze donne o bambini per commettere i loro atroci crimini.
La loro stupidità religiosa, seguita purtroppo da quasi l'unanimità delle popolazioni di religione islamica, può essere riportata a livello deì superstiziosi uomini della pietra che eseguivano sacrifici umani per confermare la superiorità della religione in cui credevano.
Purtroppo, il buonismo di alcuni politici non solo italiani, permette il loro assurdo comportamento e i loro bestiali omicidi, sottovalutando il pericolo che questi delinquenti rappresentano per la civiltà, senza far nulla di serio per combatterli (vedi l'inutilità delle nostre FF.AA. in Afghanistan, che sono lì solo per essere presi di mira da quegli assassini, senza poter fare nulla per combatterli, anche perché protetti dalla complicità e dalla omertà della popolazione locale.)

giovedì 11 ottobre 2012

Crisi marò/ Terzi: Se sentenza negativa, controversia tra Stati

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Roma, 11 ott. (TMNews) - Se la sentenza dell'Alta Corte di Nuova Dehli sarà negativa per i due marò italiani trattenuti in India, l'Italia avvierà "tutta una serie di azioni a livello internazionale e quel punto si aprirebbe anche sul piano legale una controversia tra stati". Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Giulio Terzi, durante l'audizione congiunta con il collega Giampaolo Di Paola davanti alle Commissioni congiunte Esteri e Difesa, pur auspicando che tale eventualità "non debba mai avvenire".
   
Ma noi ce ne infischiamo e non smetteremo mai di ricordare che i nostri due marò sono ancora prigionieri in India. Dimenticati da più di sei mesi. Dal nostro governo e dai media. Ieri si è consumato l'ennesimo capitolo di questa farsa, fatta da un processo interminabile, da rinvii, ricorsi e sospensioni, da arresti e scarcerazioni su cauzione. Ma per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone il futuro è ancora avvolto nell'incertezza. La Corte suprema indiana ha cominciato a esaminare, con la dovuta calma, il ricorso dell'Italia per invalidare il processo avviato contro i marò nello Stato del Kerala. Naturalmente l'udienza è stata aggiornata per l'ennesima volta.
Ma quando sarà scritta la parola fine? Nessuno lo sa. Tantomeno il nostro governo, la cui azione per liberarli non è stata né efficace né rapida. Eppure, quando si tratta di far tornare a casa turisti spericolati, viaggiatori a caccia di avventure o volontari che sognano l'immunità, a Roma scattano come molle. Proclami, inviati, mediatori e, spesso, anche cospicui riscatti per ottenere la liberazione dei connazionali rapiti dalla guerriglia di turno. Anche se nessuno dei malcapitati agiva per conto del governo, e per di più in una missione internazionale. Nel caso dei fanti del Reggimento San Marco invece è meglio il silenzio, o quasi.
Ogni tanto, costretti dalle circostanze, i nostri ministri sussurrano qualche frase ipocrita, come ha fatto tempo fa il responsabile degli Esteri Giulio Terzi: «Il dossier è molto difficile ma riporteremo i nostri ragazzi a casa... Il governo segue la questione con la massima attenzione...». Che vergogna, come se nessuno sapesse chi ha dato l'ordine di consegnare alla polizia indiana i nostri due ragazzi, soldati in missione per conto del governo e dell'Onu, in acque internazionali e su una nave italiana. Abbiamo ingoiato rospi indigeribili, dagli sgarbi diplomatici alle forzature dell'inchiesta giudiziaria, ma resta un fatto: da quel maledetto 19 febbraio la questione s'è complicata invece di avviarsi a una soluzione. "Il Giornale" ne ha fatto una battaglia attirandosi anche la malcelata insofferenza del governo Monti, secondo il quale l'eccessiva risonanza mediatica avrebbe peggiorato la situazione e infastidito le autorità indiane.
Come se fosse scorretto o addirittura scandaloso difendere i diritti di due nostri soldati ingiustamente detenuti. Ma sono impazziti? La smettano con la realpolitik farlocca, quella che dovrebbe ottenere risultati senza clamore, quella che ti fa raggiungere obiettivi facendo la gimcana o brigando sottobanco. O strisciando, come ormai siamo abituati a fare. Qui non si tratta solo della libertà di due militari italiani e della serenità di due famiglie, ma parliamo della dignità del nostro Paese. A prendere schiaffi siamo avvezzi, però ogni tanto ci piacerebbe restituirne qualcuno. Niente da fare. Forse è per questo che l'Italia appare isolata. La Nato si è chiamata fuori, la diplomazia europea ha inizialmente abbozzato un interessamento, ma poi si è defilata. Ma come, il governo Monti non godeva di tanto favore e tanto credito internazionale? Ci spieghino, per favore, qual è la verità: Monti non intende spendere credito né favore per i nostri soldati prigionieri in India oppure quel credito e quel favore sono una balla che ci raccontano da dieci mesi? In ogni caso è ora che i professori rompano gli indugi e tornino a occuparsi con maggiore impegno della sorte di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
Un governo che chiede ai suoi soldati di rischiare la vita lontano da casa, poi non può dimenticarsi di loro, come se fossero cittadini di serie B. Sarebbe un'infamia. Per questo non li dimentichiamo.

mercoledì 10 ottobre 2012

Il Cdm approva il patto di stabilità

OFF
Dal cilindro del Consiglio dei Ministri spunta il calo della tassa per eccellenza: l'Irpef. Il governo, con la legge di stabilità, ha deciso di ridurre di due punti le aliquote sui primi due scaglioni dell'imposta sui redditi delle persone. Ma la decisione è stata presa a scapito dell'Iva: il preventivato stop all'aumento delle due aliquote che doveva scattare a luglio viene dimezzato. L'aumento ci sarà, ma solo da un punto.Ma la legge di Stabilità contiene tante norme. Eccole.
CALA L'IRPEF - Arriva il primo calo delle tasse, che toccherà tutti. Viene ridotta l'aliquota sul primo e sul secondo scaglione: dal 23 scende al 22%, dal 27 al 26%. Il costo per la riduzione della prima aliquota, che si applica su tutti i redditi, è di 4 miliardi, quello del secondo scaglione vale un altro miliardo.
STOP A METÀ PER AUMENTO IVA - Non viene eliminato il previsto aumento Iva di due punti, che sarebbe scattato dal primo luglio 2013. L'aumento viene solo frenato a metà: l'Iva salirà di un solo punto: dal 10 all'11% e dal 21 al 22%.
TOBIN TAX - Le risorse della legge di stabilità saranno reperite, oltre che con la spending review, anche con la Tobin Tax e con una revisione delle "tax expenditures".
SCONTI FISCO PER FONDO TAGLIO DEBITO - Arriva la possibilità di fare erogazioni liberali al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato e usufruire di uno sconto fiscale pari al 19% dell'imposta lorda.
IMU CHIESA - Il governo ha modificato il testo della legge riguardante l'Imu per gli immobili non commerciali e quindi anche della Chiesa in modo da definire il quadro regolatorio ''in tempo per il periodo annuale di imposta'' che decorre dal 1 gennaio 2013.
STATALI, NIENTE AUMENTO IN BUSTA PAGA - Confermato il blocco dei contratti fino al 2014. Per il 2013-2014 non sarà erogata neanche l'indennità di vacanza contrattuale. L'indennità di vacanza contrattuale tornerà nel 2015 calcolata sulla base dell'inflazione programmata.
SALARIO PRODUTTIVITÀ - Gli aumenti salariali aziendali saranno tassati nel 2013 al 10% entro il limite di 3.000 euro lordi, per una spesa di oltre un miliardo nel 2013 e poco meno della metà nel 2014.
STRETTA ASSISTENZA DISABILI - Stretta sui permessi previsti dalla legge 104/1992 per il disabile o per la cura di parenti affetti da handicap. La retribuzione per i giorni di permesso (tre al mese) scende al 50% a meno che i permessi non siano fruiti per le patologie del dipendente stesso della P.A o per l'assistenza ai figli o al coniuge. Sono esclusi dal pagamento intero quindi i permessi fruiti per prendersi cura dei genitori disabili.
SANITÀ - Taglio di 1,5 miliardi al fabbisogno sanitario nazionale, grazie a una ulteriore riduzione della spesa per l'acquisto di beni, servizi e dispositivi medici.
STOP AFFITTI E ACQUISTI AUTO E IMMOBILI - Stop all'affitto e all'acquisto di nuovi immobili da parte di tutte le amministrazioni pubbliche. Ma anche all'acquisto e il leasing di autovetture. Prevista una stretta anche per l'acquisto di arredi e per le spese di consulenze informatiche.
TAGLI A REGIONI, RISORSE A COMUNI IN DIFFICOLTÀ - Vengono aumentati di 1 miliardo i tagli lineari previsti dalla prima spending review per le regioni a statuto speciale. Arrivano poi 160 milioni alla Campania e circa 130 milioni per il Fondo per i comuni in condizioni di predissesto.
ESODATI - Arrivano nuove risorse per gli Esodati. Si attingerà dal Fondo Letta.
P.A. - Arrivano misure per sbloccare i pagamenti da parte della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese.
UNIVERSITÀ - Il budget delle Università potrà crescere del 3% all'anno. Per alcuni enti di ricerca la percentuale sale al 4.
BENI DEMANIO - Ok alla vendita dei beni demaniali attraverso fondi immobiliari.
TAV E TRASPORTO - Quasi 800 milioni di euro per finanziare studi, progetti, attività e lavori. 1,6 miliardi a partire dal 2013 per il trasporto pubblico locale. 800 milioni di euro sono invece stanziati per la RFI e 300 milioni per l'Anas. 300 invece i milioni di penalità per lo stop al Ponte di Messina.
INTERCETTAZIONI MENO CARE - Arriva la tariffa flat per le intercettazioni telefoniche.
PATRONATI A DIETA - Taglio ai patronati di 30 milioni di euro nel 2014 e di altri 30 milioni nel 2015.
QUOTE LATTE - Torna sotto la gestione di Equitalia la riscossione delle multe per lo sforamento delle quote latte.
CIELI BLU - Per riuscire a risparmiare le notti saranno meno ricche di illuminazione artificiale.
AEREI E NATO - In arrivo 40 milioni di euro nel 2013 per la manutenzione della flotta di aerei antincendio e 58 milioni di euro, in tre anni, per la partecipazione dell'Italia alla spesa per la ristrutturazione del Quartiere Generale della Nato.

È la solita buffonata: il Grande Economista non si smentisce mai. Il concetto di equità fiscale proprio non gli vuole entrare in testa. Diminuire le aliquote più basse significa che anche chi percepisce redditi stratosferici sborserà meno soldi di adesso. Più giusto sarebbe stato aumentare le aliquote più alte e far pagare di più i tanti ricconi che prosperano in Italia. Ma già, tra questi ricconi ci sono anche i sigg. politici, quindi di aumento delle tasse per loro non se ne parla proprio. Voi sciocchi che applaudite alla lieta novella sulla diminuzione (ridicola) delle tasse, ricordatevi di fare i conti alla fine del prossimo anno: controllate quanto questa diminuzione ci sarà costata tra aumento dell' IVA e aumenti di tariffe e per i minori (o peggiori, se è ancora possibile) servizi ricevuti! Ricordatevi: se lo Stato percepisce 10 in meno, poi ce ne fa pagare 20 in più e quei 20 finiscono sempre nelle tasche dei soliti truci figuri: i nostri amministratori!

Forse l'unica soddisfazione per gli italiani, ma nemmeno per tutti, è nell'Imu alla Chiesa, che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2013. Mal comune, mezzo gaudio?